martedì, maggio 24, 2011

Certosa di Pavia-Divieto di fotografare

EleonoraUn paio di settimane fa, Eleonora ed io, non sapendo come trascorrere una noisa domenica di maggio, abbiamo deciso di andare a visitare la Certosa di Pavia. E' uno dei capolavori del tardo gotico, ma onestamente pur avendola a meno di 40Km da casa non mi capita spesso di andare a visitarla, anche perchè se si escludono i motivi artistici o architettonici altri motivi per andare a vedere un monastero non ne avrei.

Arrivato all'ingresso della Certosa, armato dalla mia inseparabile Olympus PEN, scopro una cosa per me alquanto fastidiosa: nell'area della Certosa è vietato fotografare e realizzare video.

Ovviamente il divieto è vissuto all'italiana quindi se ne sono fregati bellamente tutti, infatti non appena varcata la porta di ingresso ho incrociato un signore con la sua reflex che fotografava a destra e a sinistra, e qualcuno fotografava anche durante la visita guidata con il frate, ma io mi chiedo il perchè di questo divieto.
Perchè vietare, oltretutto virtualmente, di fotografare non solo l'interno della chiesa ma in tutta l'area?

Ormai è fuori luogo anche il divieto di fotografare con i flash perchè i lampi ormai durano una frazione infinitesima di secondo e le potenze dei flash delle macchinette compatte non sono così alte, ma rimane un divieto quasi sensato.

Vietare in un monumento pubblico come la Certosa (che è del Ministero per i Beni e le Attività Culturali) di fotografare liberamente secondo me è profondamente sbagliato, e il fatto che il divieto non venga fatto rispettare mi fa seriamente pensare sull'effettivo pericolo per le opere, che evidentemente deve essere nullo. Credo che l'unica cosa che il divieto possa difendere è la vendita di cataloghi e opere fotografiche sulla Certosa, e la gestione dei diritti di riproduzione delle stesse immagini, ma in questo caso un cartello che invece di vietare ricordi ai presenti che le immagini realizzate non possono essere vendute potrebbe avere più senso.

Tempo fa in un museo di Cuneo mi fecero firmare una dichiarazione che le immagini realizzate all'interno del museo stesso non sarebbero state vendute o inserite in pubblicazioni editoriali senza il loro consenso. Mi rendo conto che far firmare a tutti i visitatori un contratto simile possa rappresentare un'enorme perdita di tempo, ma effettivamente un cartello con un regolamento sintetico che indichi l'uso che si può fare delle immagini sarebbe sicuramente più civile e porrebbe l'attenzione sulle tematiche del diritto d'autore.

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