giovedì, marzo 31, 2011

Lo Zen e l'arte di sottomettere il prossimo.


Prendete un gruppo di simpatici e gaudenti aspiranti buddisti.

Raccontate loro che un buon buddista non giudica il prossimo, è compassionevole, generoso, buono, gentile, premuroso, simpatico, etc.etc.

Presentate il tutto in un'ottica assolutamente assolutista, che oltre ad essere molto più rassicurante rispetto al relativismo è più facile da assumere per un gruppo di occidentali, magari ex cattolici.

Poi quando il gruppo di sarà autodefinito ed identificato con l'essere buddista, sfruttando la simpatica dote dell'assolutismo e la più bieca e cieca coerenza ci si potrà riferire in modo utile alle caratteristiche di cui sopra.

Si potrà far cadere ogni accusa od osservazione facendo richiamo alla compassione o all'assenza di giudizio da parte di un buon buddista.

Qualsiasi persona che si lamenterà sarà un cattivo buddista e lo si potrà ghettizzare facilmente, rinforzando nel resto del gruppo di mansuete pecorelle la sensazione di essere sulla giusta strada.

Se il tutto lo si racconta presentandosi come illuminati, o anche solo banalmente facendolo intendere, l'effetto che si ottiene sarà sicuramente più rapido e più efficace.

Ovviamente il tutto va contro l'idea di uccidere il Buddha, il liberarsi dai condizionamenti e tante altre belle cosine, ma avere un gruppo di bambascioni che fa tutto quello che gli si dice potrebbe sempre rivelarsi utile quando vi capiterà di dover imbiancare casa.

2 commenti:

Lele ha detto...

Porcoggggiuda, se me lo avessi detto prima te lo avrei chiesto quando dovevo imbiancarmi tutta casa!!!!
;-PPPPP

Voghera + Libera ha detto...

La prossima volta avvisa che ti trovo una valanga di volontari.

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